Luigi Lanfranconi

Luigi Lanfranconi nasce a Voltri, in provincia di Genova, il 12 luglio 1913. Il padre, Giuseppe, classe 1881, era morto al fronte nel 1918, a causa di un grave incidente, e nello stesso anno morì anche la madre, Antonia Laviosa, ad appena 26 anni, per aver contratto una grave forma di “febbre spagnola”. 

Luigi viene allevato insieme al fratello Edoardo di due anni più giovane, dalla nonna paterna, Francisca Camoirano, forte popolana piena di vitalità e di senso pratico, nativa di Crevari, località sulle alture di Voltri. La famiglia Lanfranconi abitava a Voltri, in San Benedetto, civico numero 10. L’infanzia e la prima giovinezza di Luigi sono racchiuse in quell’ambito, dai giochi, agli studi, all'attività sportiva. Dopo le scuole elementari si iscrive alla scuola tecnica dell’Ansaldo che gli conferisce una “licenza complementare” (equiparabile all’attuale Scuola secondaria di primo grado), in un momento di forte incertezza sociale ed economica dovuta alla crisi del 1929.  

Dopo aver lavorato per un breve periodo come operaio al Cantiere Ansaldo, Luigi viene assunto nel 1931 all'Esattoria delle Imposte di Genova presso la “Cassa di Risparmio di Genova”. Questo nuovo impiego gli garantisce una certa tranquillità economica che lo porterà a pensare di poter costituire una propria famiglia. Il 10 giugno 1937 sposa Ida Ongaro, friulana di Spilimbergo, e per la prima volta abbandona Voltri per andare a stabilirsi a Genova, in corso de Stefanis, 21 int.10 scala A. Sarà questo l’ultimo domicilio conosciuto, anche negli anni della clandestinità, inseguito da messaggi inevasi. Da quel momento le alternative di Luigi diventano casa, ufficio, caserma. I richiami temporanei sono sempre più frequenti: l’Italia è entrata nella seconda guerra mondiale e le giovani generazioni sono chiamate alle armi. Nel periodo bellico lavora intensamente in forniture militari presso un’azienda industriale genovese che ha anche filiali nel modenese, nelle quali si recherà in diverse occasioni.

Sul finire del 1942 il peso delle traversie e della guerra incidono anche sul fisico robusto di Luigi, al punto che deve assentarsi dal lavoro per un lungo periodo a causa delle precarie condizioni di salute. Si allontanerà poi da Genova insieme alla moglie Ida per recarsi a Spilimbergo, presso la numerosa famiglia di lei e, successivamente, nel modenese. L’epilogo del suo servizio militare è ormai vicino e presso l’Esattoria non avranno più l’opportunità di rivederlo, se non qualche amico e collega fidato, ma fuori dall’ambito dell’ufficio ed in momenti in cui Luigi non pensa più di tornare a lavorare per ore su una macchina calcolatrice.  

Richiamato ripetutamente alle armi durante la seconda guerra mondiale, al momento dell'armistizio dell’8 settembre 1943, Luigi presta servizio presso una batteria costiera della Liguria in località San Bartolomeo del Cervo. Lanfranconi contribuisce all'organizzazione dei primi gruppi partigiani in via di costituzione tra la Liguria e l'Emilia. Entra a far parte delle formazioni di "Giustizia e Libertà", delle cui brigate cittadine diviene vice comandante, col nome di battaglia "Sergio Canepa". 

“Giustizia e Libertà” è stato un movimento politico liberal-socialista, fondato a Parigi nell'agosto del 1929 da un gruppo di esuli antifascisti, tra cui emerse come punto di riferimento Carlo Rosselli. Il movimento era vario per tendenze politiche e per provenienza dei componenti, ma in esso era comune la volontà di organizzare un'opposizione attiva ed efficace al fascismo, in contrasto con l'atteggiamento dei vecchi partiti antifascisti, giudicati deboli e rinunciatari.

Catturato dai fascisti 20 febbraio 1945, Lanfranconi viene torturato e interrogato presso la sede dell'Ufficio politico (U.P.I.). Condotto in piazza Corvetto a Genova, tenta di fuggire ma viene ucciso da un brigadiere, attendente del Prefetto. Una lapide in suo ricordo è posta in via Roma, nei pressi di piazza Corvetto. Il referto di morte è sottoscritto da un medico dell'ospedale di Sampierdarena, al cui pronto soccorso giunge già cadavere.

In data 07/11/1969, alla memoria di Luigi Lanfranconi è stata concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: 

Giovane di purissima fede, all'armistizio era tra i primi ad entrare nelle file partigiane ed a portarvi l'entusiasmo dei suoi ideali. In più mesi di durissima lotta, si batteva audacemente in pianura e in montagna, organizzando reparti e rifornendoli di armi, di viveri e di denaro. Braccato dal nemico che aveva fiutato in lui uno dei più importanti capi della Resistenza regionale, veniva infine catturato. La sua indomabile energia lo spinse ad un audace tentativo di fuga. Raggiunto dal nemico, respingeva le intimazioni di resa. Colpito a morte, offriva la sua esistenza alla causa della libertà. Fulgido esempio di grande animo di combattente e di patriota. 

Genova - Sempierdarena, 20 febbraio 1945.

Al nome di Luigi Lanfranconi è stata dedicata una strada di Genova, proprio nella zona ove aveva sede l’Esattoria delle Imposte, presso la quale Luigi Lanfranconi aveva prestato servizio con estrema serietà e dedizione.

Nella “sua” Voltri, il ricordo va dalla lapide commemorativa nella ex sede del palazzo comunale al Liceo a Lui intitolato nel novembre del 1977, per onorare la Sua memoria di strenuo combattente per la libertà. Il V Liceo Scientifico è sorto nei locali che furono adibiti ad uffici nello stabilimento “Ansaldo”, grazie alla grande volontà dimostrata da numerose famiglie voltresi che mal tolleravano che i loro figli fossero costretti ad allontanarsi per frequentare gli studi, mentre i locali di quella struttura erano stati abbandonati al degrado. 

BIBLIOGRAFIA

Nell’anniversario del sacrificio di Luigi Lanfranconi in "Socialismo", Genova, 24 febbraio 1946

Battifora P. - Gimelli F. (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, 2008, p. 198

Gotta N. Luigi Lanfranconi. Partigiano. Nato ribelle, Genova, Fondazione Cassa di risparmio di Genova e Imperia - Banca Carige, 1993

Mola A. A., Storia della Massoneria in Italia dal 1717 al 2018, Bompiani/Giunti, Firenze-Milano, 2018, p. 542

SITOGRAFIA

https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/14033

https://www.ultimelettere.it/?page_id=35&ricerca=727